Il futuro dei piccoli negozi: grigio o roseo?

Spesso si sente parlare e lamentarsi del fatto che gli e-commerce e la GDO stiano mandando in frantumi il futuro (e a volte già il presente) dei negozi di prossimità. Possiamo dire che non è vero? Certamente no, ma forse c’è un punto di vista diverso per leggere questo fenomeno.


Come sapete il mio pay-off è

Guarda la tua azienda da un punto di vista diverso: potresti sorprenderti.

Mi piace cercare sempre di vedere aspetti che non tutti tengono in considerazione con l’obiettivo di trovare le soluzioni per i miei clienti. Per questo, quando ho iniziato a sentire questo “mantra”, mi è venuta in mente un’esperienza di quando ero bambino.

Il macellaio del futuro: (spoiler) una storia di una macelleria di successo

Vivo in una cittadina. Quando avevo 10 anni qui i supermercati ancora non c’erano, ma ad un certo punto sono arrivati. Già con il primo supermercato ricordo che si discuteva in quartiere se la macelleria storica avrebbe retto l’impatto di una offerta così diversa e, probabilmente, a costi decisamente inferiori.

Ad oggi i supermercati sono 7 e la macelleria è in salute e ha aumentato i dipendenti.

La proprietà è passata al figlio del fondatore e oggi in azienda c’è anche il nipote che, si presume, prenderà la gestione quando sarà il momento.

Non solo macellaio, ma macellaio imprenditore

Domanda: come ha fatto? Il fondatore ha guardato al di fuori del proprio negozio e ha agito con un’attenzione particolare alle richieste della clientela, mettendo in secondo piano il come era abituato a lavorare.

Negli anni ha fatto accordi per la fornitura a grandi consumatori (la Caserma del 7° Reggimento Alpini, ad esempio); ha investito nel rifacimento del negozio per dare maggiore offerta; ha iniziato con le proposte di gastronomia che oggi è diventato uno dei punti di forza. Tutto ciò mantenendo una altissima qualità con proposte quasi totalmente locali per maggiore controllo della qualità, senza scendere a compromessi per tenere il costo basso.

Quello che ha fatto è stato guardare la propria azienda da un punto di vista diverso.

 

Immagine di una scarpa disegnata creata con AI
Immagine creata con AI

Cosa stanno facendo i piccoli negozi per assicurarsi un futuro?

Questa visione nei negozi di oggi non la vedo più, se non in pochissimi casi.

I negozi di abbigliamento e di calzature spesso lamentano il fatto che i clienti vadano a provare i capi da loro e poi l’acquisto lo facciano sul web. Vero, accade, e non è di certo una cosa corretta.

Un negozio di calzature nella mia cittadina ha trovato un sistema per ovviare a questo problema. Prima di tutto ha aperto un proprio e-commerce con proposte di marche particolari.

Poi ha attivato un servizio di personalizzazione con pennarelli per tessuti delle sneakers: compri le scarpe e scegli un disegno da riprodurre sulle tue calzature per mano degli artisti del negozio. Ed ecco le tue scarpe uniche. Un servizio offerto anche per acquisti non fatti in negozio.

I risultati? Ammetto che l’e-commerce sembrava un azzardo anche a me, ma avendo un bacino geografico di clienti ampio, hanno dato a tutti la possibilità di acquisto con tempi di consegna più brevi rispetto ad altri negozi online. L’idea poi della personalizzazione è stata una bomba: non tanto per i ritorni economici, ma per il fatto che i clienti hanno mantenuto l’abitudine di acquisto in negozio per la percezione di negozio innovativo.

Al punto che hanno duplicato la propria superficie, acquistando il negozio a fianco.

Diciamo addio alla bottega sotto casa…o forse no?

Un altro esempio? Avete presente quello che nel basso Veneto viene chiamato “casolin”? È il classico negozio del paesino che vende non solo alimentari, ma anche prodotti di pulizia, casalinghi e tutto ciò che può servire senza dover fare chilometri e chilometri. Oggi questi negozi stanno sparendo, più o meno velocemente, così come stanno sparendo i clienti che ancora acquistano da loro per abitudine e per avere quel poco di rapporto umano che la GDO certamente non dà.

 

Conosco però un titolare di un negozio di questa tipologia che, per ovviare ai prezzi che erano decisamente più alti dei Super e degli Iper, ha scelto la specializzazione. Con una frequenza più o meno ravvicinata proponeva prodotti di altissima qualità o così particolari che la concorrenza con la GDO non esisteva e faceva la comunicazione sui social, comunicando anche che la quantità disponibile era limitata: baccalà da stoccafisso (che si occupava lui di preparare), tonno eccezionale, frutta, tutti prodotti eccezionali ma non così tanto particolari da incontrare la diffidenza del cliente. Il risultato è stato che la gente acquistava il prodotto prenotandolo da Facebook e andando entro sera ad acquistarlo, ormai che c’era, prendeva anche altri prodotti. Magari non faceva proprio la spesa completa, ma certamente questo espediente ha permesso ad un negozio di prossimità di continuare a vivere.

La ricetta per la sopravvivenza del negozio di prossimità

Tutti questi esempi hanno un solo elemento comune: i titolari hanno guardato il mercato e hanno cercato soluzioni utili al mercato, non comode per se stessi.

È una seccatura occupare del tempo per aggiustare gli elettrodomestici? Certamente e a volte non è neppure possibile. Quindi stanno sparendo quei negozi che facevano anche questo servizio. Però sono gli stessi negozi che si lamentano del fatto che nei grandi store on-line o nella GDO i prezzi sono talmente bassi che loro non vendono più. Volete sapere una cosa? Quando ho un problema agli elettrodomestici di casa mia, chiamo una persona, giovanissima (intraprendenza), con partita IVA, che viene a casa, controlla il guasto, va a prendere i pezzi di ricambio nuovi (perché sa dove cercarli) e torna a sistemare il problema. Se anche non fosse possibile sistemare, lo so nel giro di poche ore, invece di spedire l’elettrodomestico all’assistenza.

Sono modi diversi di guardare il mercato, ma in realtà è ciò che dovrebbe fare qualunque imprenditore. Vedere di cosa ha bisogno il mercato e proporlo, modificando la proposta al modificarsi delle richieste.

Insomma, una richiesta fluttuante di fronte ad una domanda che lo è già.

Cosa pensate delle decisioni di questi negozi? Azzardate?
Voi, proprietari di negozi di prossimità, quanto siete disposti a rischiare per garantire un futuro roseo alla vostra attività?

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments